Tab Article
Praga, 20 agosto 1968. il giorno in città si apre con un'alba plumbea e un silenzio elettrico, dalle vie limitrofe a piazza Venceslao si radunano, lenti ma inesorabili, cortei infuocati di studenti e madri con bambini in braccio; dalla notte, si è vociferato prima, lo si è saputo con certezza poi, MiG sovietici continuano a sbarcare soldati mongoli sui tanki, insieme a truppe di biondi ragazzi russi. C'è grande confusione, ma è chiaro a tutti che l'invasione del territorio cecoslovacco da parte dell'Urss altro non significhi che un violento monito alla politica riformista del neo-presidente Alexander Dub?ek e, più in generale, alle idee di un nuovo "socialismo dal volto umano" che possa minare l'equilibrio geopolitico del blocco sovietico in piena Guerra Fredda. Testimone involontaria dell'invasione russa è Maria Gabriella Bruni, in un viaggio di piacere che da Roma, attraverso le tappe di Venezia e Vienna, arriva nella capitale ceca. Questo, dopo cinquant'anni di buio dovuto a numerosi impegni e a una silenziosa modestia, il diario fotografico di quella Primavera ceca di fine agosto.